Questo è un post al volo, di quelli che mi vengono all’improvviso e non riesco a tener dentro.
Mi ronza in testa già da qualche giorno.
Perchè ho passato parecchio tempo in casa nelle ultime 72 ore… e io, che non amo lavorare da casa e nei weekend faccio di tutto per andare a zonzo, sono innamorata pazza della nostra casa (specifico “nostra” perchè se dico “mia” Fra mi dà della “falsa comunista”).
La nostra casa l’abbiamo sentita nostra fin dal primo giorno. Perchè è una casa innanzitutto, e non un appartamento.
Ha le galline, l’orto, la vigna, il trattore e Mariano, il nostro padrone di casa (sì, perchè non è davvero NOSTRA la casa ma facciamo finta). Mariano vive al pianterreno ed è il quinto nonno di Ettore, un mito d’uomo.
Ma non è tutto qui.
La mia casa intanto profuma di cibo.
Sempre!
Dal burro della frolla, alle mandorle tostate dei cantucci, dal broccolo che si fa zuppa (ed è profumo anche quello), al curry con cui insaporisco il pollo, dai muffin della colazione, al pane che cuoce in forno.
Cibo, cibo, cibo… anche il deodorante d’ambienti più aggressivo qui si sentirebbe impotente.
Amo la mia casa perchè ha una cucina tutt’altro che moderna eppure si difende bene in quanto a produzione. Precaria nel mobilio, prestante negli utensili (con ampi margini di miglioramento, ca va sans dire) e ben attrezzata di manodopera, la mia!
Amo la mia casa perchè non ci sono tende (solo in cucina a dire il vero), non ci sono tappeti (solo in bagno), non c’è il condizionatore (in nessuna stanza), non ci sono piante (con me muoiono anche quelle grasse) ma ciononostante è piena di roba!
Amo la mia casa perchè c’è la stufa (o cucina economica che dir si voglia). È vecchia, per niente bella ma funziona, eccome se funziona: scalda e cuoce! L’ha restaurata Fra e il caffè viene tutta un’altra cosa.
Amo la mia casa perchè è piena di libri… io non so com’è o come non è ma stranamente, per i libri, il posto lo troviamo anche quando sembra non esserci più posto.
Amo la mia casa perchè è grande, tricamere per l’esattezza: c’è la nostra stanza da letto, quella di Ettore (sì insomma… quando ci andrà sarà la sua camera) e poi c’è la camera della montagna… oggettivamente la più usata.
Amo la mia casa perchè non ha un arredamento convenzionale, gli attrezzi di allenamento per dire sono atipici ma caratteristici.
Amo la mia casa anche se gli attaccapanni di Fra su per giù sono 47 (bicicletta compresa) contro i 3 miei… e sono tutti occupati (i suoi!).
Amo la mia casa perchè c’ha pure la sala giochi: il corridoio.
Amo la mia casa perchè gli esperimenti non nascono solo ai fornelli: l’albero di questo Natale ad esempio è stata un’ispirazione improvvisa. È un albero a muro, diciamo così, di quelli che non servono palline… solo un bel barattolo di stucco a fine feste.
Amo la mia casa perchè è accogliente, a volte più di me. Che la cosa più bella è quando ci dicono che qui si sta bene. Gli amici si siedono in cucina dove non ci sono due sedie uguali tra loro e via… si mangia, si beve, si chiacchera, si racconta, si ride, si mangia, si beve, si fanno progetti, ci si confida, si sogna, si piange, si mangia, si beve. E fa presto ad arrivare l’una di notte. Ve l’ho detto che si mangia e si beve a casa mia?
Amo la mia casa e amo pure la mia cantina… che in realtà è in salotto, la stanza fredda. Dentro al camino in disuso per la precisione. Lì stazionano, anzi si danno il giro, una quarantina di bottiglie, con alcune etichette di tutto rispetto: il mio tessssssoro.
Amo la mia casa perchè è piena foto e biglietti appesi, è colorata e un po’ disordinata, con una certa varietà di ragnatele ben posizionate e pochissimi soprammobili. È un concentrato della nostra vita passata e il luogo dove si genera il futuro.
Amo la mia casa perchè ospita un presente stile Sandra e Raimondo, io sbatto i piedi, Fra fa orecchie da mercante e alla fine si ride parecchio.
Amo la mia casa perchè posso sparare la musica a palla e ballare con Ettore facendo le pulizie, stendere la biancheria al sole, uscire e camminare sull’erba, spalancare le finestre e sentire pochi motori a esclusione dei trattori, scendere in giardino e raccogliere le ciliegie dall’albero in estate.
Amo la mia casa perchè è la mia casa, la nostra ok. Qui posso piazzarmi in cucina all’alba e sfornare dolci, pane e biscotti per tutto il giorno. Cucinare come non ci fosse un domani, sperimentare, elaborare, trasformare. Come queste brioche, che non sono tutta farina del mio sacco ma la farina fa la differenza e il risultato ha strappato gli applausi dei due uomini di casa.
Ho usato (e ve la consiglio) la Farina Miracolo della linea QB di Molino Grassi… strepitosa.
Ma la mia gratitudine va anche a Morena Roana e al suo libro Soffice Soffice da cui ho preso spunto per questa ricetta: pag. 26, Navette al latte di soia.
E poi menzione speciale alle mie colleghe Cristina e Alice perchè mi hanno ispirata sul ripieno: zenzero candito e cioccolato fondente insieme spaccano!
Mi pare di aver ringraziato tutti… compresa la mia casa, che io, casomai non si fosse capito, la amo!
Eccovi la ricetta.
Brioche con zenzero candito e cioccolato extra fondente
Ingredienti per 9 briocheJ. Cole: 4 Your Eyez Only streaming
150 gr farina 1 (la mia Miracolo di Molino Grassi)
150 gr farina manitoba
80 gr di zucchero a cui mescolate la buccia di un’arancia (in modo che prenda sapore)
80 gr di burro bavarese tagliato a pezzetti e tenuto a temperatura ambiente
130 latte (io ho usato latte di soia ma non è indispensabile)
3-4 gr lievito secco
1 cucchiaino di malto d’orzo
1 uovo medio leggermente sbattuto
4 gr sale
50 gr zenzero candito tagliato e pezzettini piccoli piccoli
50 gr gocce di cioccolato extra fondente
4 cucchiai di latte e un cucchiaio di miele per spennellare
Come si fa…
Io ho iniziato alle ore 16:00 per avere le brioche pronte la mattina dopo.
Pre prima cosa preparate il lievitino: miscelate le due farine quindi intiepidite il latte in una scodella. Scioglietevi il lievito con un cucchiaino di zucchero, aggiungete tanta farina quanto basta a fare una crema, coprite con due cucchiai di farina e la pellicola e fate riposare per almeno mezz’ora o fino a quando noterete delle crepe sulla farina.
Mettete il lievitino nella ciotola della planetaria (o nella ciotola che userete per impastare), aggiungete l’uovo e ammalgamate poi unite alternando zucchero aromatizzato con la buccia d’arancia e farina, con l’ultimo cucchiaio di farina aggiungete anche il sale. Fate incordare l’impasto lavorandolo bene poi aggiungete il burro un pezzetto alla volta. Non aggiungete il pezzetto successivo prima che quello precedente sia stato ben ammalgamato, abbiate pazienza e fatelo assorbire bene.
Prendete l’impasto, mettetelo in una ciotola e lasciatelo lievitare 4-5 ore.
Riprendete la massa (io intorno alle 22:00) e sgonfiatela praticando qualche giro di pieghe a tre. Facendo le pieghe aggiungete gradualmente zenzero e cioccolato e incorporateli con attenzione e delicatezza. Fate riposare qualche minuto ogni giro di pieghe (io ne ho fatti 4 in un totale di circa 30-40 minuti).
A questo punto formate le brioche pirlando 9 palline e posizionando sopra il caratteristico tuppo.
Usate la piastra dei muffinf con gli appositi pirottini.
Mettete la piastra in forno con la luce SPENTA e lasciate riposare fino a mattina (8 ore circa).
La mattina dopo (io alle 07:30) scaldate latte e miele e spennellate le brioche fintanto che il forno si scalda.
Cuocete a 180° per circa 18 minuti (i primi 10 forno statico e poi ventilato).
E voilà, la colazione è pronta ?
2 Comments
e adesso anch’io amo la tua casa. E soprattutto amo la tua stufa!!! E’ una bellissima dichiarazione d’amore Roberta, proprio bella come le tue brioches!! un bacio marina
Grazie cara, sei gentilissima 🙂