6 mesi, mannaggia sono già passati 6 mesi da che Ettore è arrivato a scombussolare la nostra vita. L’abbiamo portato a casa che era una ranocchietta magrissima e senza nervo ed ora è seduto da solo sullo stuoino, sta giocando con una palla di stoffa e con una mia spatola di silicone (lo sto instradando bene il popo!), ha messo sù un bel po’ di ciccia e sta manifestando un carattere tutto suo, con i suoi gusti (adora cappuccino e brioches), i suoi fastidi (la noia e la macchina) e le sue preferenze (le spatole di silicone più che i cucchiai di legno, i libri di carta più che quelli di stoffa). Perdindirindina è ogni giorno più grande e autonomo e quanto più lui cresce tanto più la mia libertà cala (non che mi aspettassi niente di diverso…). Per mesi me lo sono scorrazzato di qua e di là tra Veneto ed Emilia, lo infilavo in fascia e via… ora la musica è cambiata e giusto stamattina ho “ingaggiato” i nonni per potermi concedere due mattine la settimana di lavoro senza rigurgiti da pulire, senza fascia e fasciatoio portatile, senza ninnenanne da cantare e tetta da esporre all’occorrenza. Pensavo mi sarebbe costato molto questa scelta, l’inizio di un necessario distacco e pure il dover chiedere aiuto… invece IO SONO FELICE! Non vedo l’ora di assaporare queste ore di “lavorativa libertà”, di riprendere a fare colloqui, di muovermi più leggera, magari anche di mettere un tacco (chi l’avrebbe mai detto?!!) e di tenere una maglia pulita per 4 ore consecutive (odio i rigurgiti). E poi non vedo l’ora di precipitarmi a casa per stare con questo piccolo bimbo che cresce alla velocità della luce. Grazie nonni, grazie vien da dire, grazie dell’aiuto e grazie perchè con grande disponibilità e nessuna insistenza avete lasciato che Ettore fosse abbastanza grande per questo passaggio ma soprattutto avete permesso alla mamma di crescere e di maturare una scelta senza alcuna forzatura. Perchè scopro ogni giorno che accanto allo sviluppo del bimbo c’è anche quello necessario della sua mamma (e del suo papà, ma diciamocelo, è più la mamma… la mamma è sempre di più!!) che evolve, si trasforma, cambia idea e matura.Bon, detto tutto questo non posso non condividere con voi la ricetta delle cotolette impanate con cui abbiamo festeggiato i 6 mesi di Ettore e questo suo essere diventato un “neonato grande”. Questo è un piatto della Cuoca Pina, una carissima amica e un’invasata di cucina come me… quindi essenzialmente una delle persone con cui passo più volentieri del tempo. È bravissima ma ve ne parlerò in un post a parte, adesso vi racconto di queste cotolette dalla doppia panatura che sono a dir poco SPETTACOLARI!!!
Rispetto alle indicazioni originali ho apportato alcune modifiche per questioni logistiche… il risultato ci è piaciuto tantissimo ugualmente.
COTOLETTA DOPPIA PANATURA
Ingredienti per 4 persone:
4 Cotolette di Vitello sp.1 cm (senza osso) –> io ho usato tacchino per un semplice motivo: da quando è nato Ettore non riesco a mangiare animali uccisi in fasce, è una para momentanea perchè mi piacciono molto puledro, vitello, agnello ecc… ma al momento non ce la fo!
1 yogurt intero naturale
2 uova
1 Bicchierino di Whisky
1 cucchiaio abbondante di spezia Tandoori (che io ho sostituito con curry, ma la trovate nei negozi di alimentari afro/cinesi)
Pepe nero ( se avete quello Tellicherry meglio, altrimenti ciccia)
Burro (meglio se chiarificato)
Sale (io ho usato quello nero di cipro ma la ricetta originale dice sale alla vaniglia)
Pangrattato qb
Riso soffiato o kellox qb (io ho usato kellox… la prossima volta sarà riso soffiato)
Come si fa…
Pulite bene la carne da eventuali tessuti connettivi o grasso. Prendete tre piatti, in uno sbattete le uova intere con lo yogurt, un po di pepe, il whisky e la spezia in quantità adeguata ai vostri gusti, in uno mettete pangrattato e nell’altro i kellox tritati grossolanamente (io ho usato le mani per spezzarli). Passate le cotolette nelle uova e bluehost yogurt, scolatele ed appoggiatele su carta assorbente; tamponatele un po’ e passatele in abbondante pan grattato, facendolo aderire bene su tutta la superficie della carne. Ripassatele nell’uovo, poi di nuovo carta assorbente e chiudete con i kellox facendo aderire bene. Lasciate riposare un po’ in modo che la panatura aderisca meglio alla carne.
Fondete 3-4 cucchiai di burro chiarificato in un padella (la Pina suggerisce di rame, è il momento giusto per prenderne una ma nel frattempo usate quello che avete).
Quando è caldo, adagiatevi le fettine panate; cuocete per 3 minuti (4/5 se usate vitello), badando bene di non bruciare il burro. Girate la carne dall’altro lato e cuocere per altri 2/3 minuti.
Togliere le cotolette dalla padella e trasferire su carta assorbente; lasciar riposare un paio di minuti.
Vi consiglio (anzi la Pina consiglia) di servire le cotolette sopra un’insalatina (che sgrassa): scegliete la valeriana e unite a piacere dei datterini fatti a spicchi, condite con un po’ d’olio (quello pugliese si sposa benissimo con il pomodoro), 1 cucchiaio di aceto balsamico liquido, sale e pepe bianco. Salate le scaloppine solo quando le impiattate.
Bon…. adesso potete anche mangiare, vi assicuro che ne vale la pena, eccome se ne vale la pena!
Doveroso ringraziamento pubblico a Pina che mi ha passato questa stupenda ricetta e che mi ha pure permesso di pubblicarla. Sei una grande cuoca!
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