“Sono le 6 meno venti, cazzo cazzo, Fra ci siamo presi a letto”.
Le nostre #vacanze2017 iniziano così: in pieno stile Zante-Berti.
La Zante passa da 0 a 1000 in un nanosecondo ed è già incazzata.
Berti spegne la sveglia delle 4:30 (“dobbiamo partire entro le 5” le ultime -sue- parole famose) e si rimette a dormire.
Direzione Slovenia.
Lago Bohinj.
Campeggio non prenotabile in anticipo perché -e cito la mail che mi hanno mandato- “il nostro terreno è un po’ irregolare, non ci sono piazzole definite, bisogna arrivare presto la mattina e trovare posto”.
Dopo circa 1749 “quando arriviamo?”, 398 “quanto manca?” e 15.396 “quando siamo arrivati?” del primogenito, arriviamo!
Campeggio pieno.
E grazie-signore-grazie!
Un campo scout del Creazzo 1 sarebbe stato decisamente più ordinato e organizzato. Lo guardo da fuori e improvvisamente la mail che ho letto due settimane fa si spiega in tutta la sua cruda verità: questo posto è più skyantos di qualsiasi soluzione fuori campeggio che potremo trovare. Fuggiamo.
Scatta il piano B e altre 7390 domande di Ettore con la variante di “cos’è un piano B?”
La Carinzia ci ha reso felici negli anni precedenti ed è a due passi, decidiamo di ridarle fiducia.
Fra rassicura Ettore: 40 minuti e siamo a Klagenfurt.
Ora, dovete sapere che i 40 minuti di Fra hanno una dose di elasticità: partono da un’ora e mezza e arrivano fino alle piaghe da decubito.
Klagenfurt ci accoglie dopo due ore con un parco giochi straordinario che già conoscevamo: dobbiamo prendere tempo e capire dove andare per evitare prove a vuoto e di dover arrivare al piano S… anche perché a quel punto le ferie sarebbero finite da mo’.
Turner See la nostra meta. Piccolo, tra le montagne, tranquille, vicino a un lago più grande e turistico.
Ci arriviamo a sera.
La reception del campeggio è chiusa. Te pareva!
Dopo 14 ore di furgone (14 lorde ma comunque che due balle!) ci infrattiamo e ceniamo a insalata, pomodori e tonno, con la Zante piuttosto frustrata… e frustrata è un eufemismo che non si avvicina nemmeno lontanamente allo stato di disagio provato dalla sottoscritta, il Berti in attesa della tempesta che vede montare all’orizzonte, Ettore placato dai cartoni (mai in giro senza cartoni, mai!) e Giona che “l’importante è mangiare!”.
È iniziato l’autosvezzamento e lui ora vuole auto-mangiare qualsiasi cosa mi veda mettere in bocca, non vedo l’ora tocchi al chili piccante ;-).
Andiamo a letto senza fare un bidè e senza lavarci i denti, che nella mia personale scala del disagio è ai vertici del fastidio: quando cedo significa che non ne ho e potrei anche morire nella notte e presentarmi al Creatore con la gigia da arieggiare, l’alito che puzza e un pezzo di insalata tra incisivo e canino a testimoniare che però mi nutro bene.
Domani è un altro giorno.
E la sveglia la gestisco io!
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