Siamo tornati.
Ci siamo messi in strada lunedì alle 6:00, per non viaggiare col caldo.
E ora il caldo ci sta consumando qui a casa.
Ma tornare ha sempre il suo perchè.
Il giorno 4 si racconta velocemente.
Avevamo un unico obiettivo: vedere le mucche.
Obiettivo mancato.
Se chiedete il perchè a Ettore lui punterà il dito verso il cielo: le hanno spostate troppo in alto.
Già.
Non ce l’abbiamo fatta nonostante una bella sgambata di 3 ore la mattina.
Quindi poi è stato un cercare valide alternative (con Ettore che continuava a muggire per farmi intendere che lui le mucche non le aveva mica dimenticate ehhhh, tanto per essere chiari).
Siamo finiti, guarda un po’, alla festa tradizionale di un borgo di Tolmezzo, a cazzeggiare allegramente (ve l’ho detto già nel giorno 3 che il cazzeggio è parte integrante di questa vacanza) e ad approvvigionare la cena: i cjarsons alle erbe BISOGNAVA assaggiarli.
E adesso siamo di nuovo al lavoro, lavatrici fatte… be’, in realtà una sola, ma quando si torna si dice sempre così: faccio LE lavatrici!
PERCHÈ L’HO FATTO:
Fra mi ha confidato che in molti gli han chiesto se alla base di questa mia vacanza ci fosse qualche difficoltà, qualche scricchiolio di coppia insomma.
Chi ci conosce sa bene che con noi, più che di scricchiolii, si può tranquillamente parlare di costante attività sismica sopra il 3° grado.
È così: siamo un rosso-giallo e una gialla-rossa, verde e blu ai minimi termini, discutiamo su tutto e la diplomazia non è il nostro forte.
Ciononostante mi dispiace disattendere al possibile gossip ma NO, il motivo di questa fuitina non è davvero una crisi di coppia.
E allora perchè sono andata via sola con Ettore?
Due istanze alla base della mia scelta: stare da sola, fare da sola.
Yes, nonostante la mia giallità a volte ho bisogno di sentirmi autonoma e indipendente, ho bisogno di sperimentare che ne sono (ancora) capace…
Di decidere, di scegliere e di fare, in completa libertà.
E da sola.
Sono momenti così, quelli in cui non mi va di mediare con niente e con nessuno (Ettore non conta… o forse sì, ma comunque lui è un’eccezione giustificata).
Insomma, volevo una vacanza anche da me, dalla Roberta di tutti i giorni, da quella che prepara la colazione e la cena, che fissa appuntamenti e vive secondo i ritmi di un’agenda fitta fitta.
E volevo cazzeggiare a modo mio, in totale auto-responsabilità.
[Zitti tutti quelli che ritengono i freelance dei cazzeggiatori di professione, grazie]
Lo so, capisco la vostra delusione.
Potevo darvi altri 200 motivi molto più edificanti e profondi, a sfondo educativo magari, sperimentale, pedagogico o spirituale, potevo parlarvi di un ritiro creativo, di una missione da foodblogger o di un bisogno legato alla maternità… (no ok, su quest’ultimo punto mi avreste sgamata subito).
Oppure potevo sostenere il gossip dell’anno e farvi credere alla storia degli scricchiolii di coppia.
La verità è che volevo sentirmi indipendente, e per 4 gg desideravo pensare da sola e pensare solo a me (che sono due cose ben distinte), senza fare compromessi con persone sopra i due anni.
E questo non ha niente a che fare con il mio attaccamento alla famiglia.
Perchè la libertà è uno dei collanti più forti tra me e Fra, non potrebbe essere diversamente.
Anzi, diversamente non potremmo esserci come coppia.
E poi è sempre stata un po’ la mia fissa sta cosa dell’indipendenza, confesso: “sono autonoma io!” è la frase che mi riesce meglio (a parte quando buco la gomma della macchina).
Lo ribadisco a ogni piè sospinto.
Ci tengo a precisare che, in qualche maniera, me la cavo anche da sola.
E quindi ogni tanto mi cimento concretamente nell’autogestione.
Certo, non si è mica trattato di attraversare la Groenlandia senza bussola, lo so, ma è nel quotidiano che bisogna trovare le opportunità per tenersi allenati.
Alla fine dei conti lo ammetto: preferisco cento e mille volte la coppia, la squadra, il gruppo, la famiglia, la condivisione.
È una preferenza però che nasce da una scelta, da una consapevolezza.
Quello che davvero non riuscirei ad accettare è di non aver scelta, di non poter e di non riuscire fare altrimenti.
Ecco, tutto qua.
Questa vacanza è stata piacevole, faticosa, caldissima, rilassante, golosa, utile, piena di gelati e con qualche sclero… è stato un interessante esperimento che non escludo di ripetere.
A fine agosto però si va a zonzo tutti insieme.
E adesso alcuni degli scatti per me più belli di questi giorni #azonzoconEttore.
Dimenticavo…
COSA MI SON PORTATA A CASA da questa vacanza:
- la voglia di tornare: perchè la Carnia è una terra da esplorare, che non si concede tutta e subito ma è bella, è selvaggia, è ancora libera da tanti condizionamenti commerciali;
- la voglia di tornarci con Fra, il vero esploratore della famiglia;
- prosciutto, formaggio, grissini, gubana, biscotti… sì insomma, un po’ di roba da mangiare (e in parte già mangiata): la cucina carnica è strepitosa!
- i sorrisi della gente: 5 alto per i carnici, gente che non se la tira e che si sta dando da fare valorizzare una terra dal grande potenziale (ci sono ancora margini di miglioramento ma la strada è quella giusta).
- la voglia di fare altre vacanze in autonomia.
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