Perché faccio (tutto) quello che faccio?
Io ma anche tu, eh
Perché alcuni di noi sembrano non averne mai abbastanza e si sommergono di impegni e attività, scadenze e progetti?
Me lo sto chiedendo, spinta anche da chi mi guarda come se fossi un alieno.
PERCHÈ?
Che poi significa anche perchè non te ne stai mai un po’ tranquilla come tutte le persone sane?
Tante ragioni diverse si sono affollate alla mia mente, forse erano giustificazioni non so…
Tutta roba di grande buon senso, ca va sans dire.
Ma in fondo in fondo, perchè?
Ho guardato gli altri cercando, come sono solita fare, una risposta fuori invece che dentro. Qualcosa che riguardasse gli altri e che potesse andare bene anche per me, speravo di trovare argomentazioni migliori, più “giuste”, sensate, razionali, comprensibili.
Ho pensato di aver risolto il mistero quando ho preso il volo e mi sono allontanata dalla concretezza di ogni possibile motivazione: faccio quello che faccio per raggiungere la felicità mi sono detta.
Toh, beccatevi questa ho pensato, fiera per ben 5 minuti!
Ma non mi convinceva.
E ho deciso di cambiare punto di vista,che nell’ultimo periodo è la risposta che preferisco davanti tutti i miei dubbi cosmici.
NON ERA LA RISPOSTA BENSI’ LA DOMANDA A ESSERE SBAGLIATA!
Sono sempre stata brava a rigirare le cose a mio favore, lo ammetto, ma stavolta non è una scusa.
È che se ti incaponisci a cercare la quadratura del cerchio perdi di vista sia il quadrato che la circonferenza, ciò che ti motiva davvero insomma, perchè sei più impegnata a razionalizzare che a sentire.
Non faccio cose per una ricompensa finale, seguo semplicemente un istinto che è l’espressione più autentica di me e nel farlo sento un senso che si compie. Punto!
Faccio quello che faccio perché io sono fatta così, se non avessi un sacco di cose per la testa e tra le mani non sarei io, non sarei la Roby.
Non c’è un’altra risposta, nient’altro di più razionale o “spiegabile”.
LA FELICITA’ SONO IO IN VIAGGIO
La felicità non è (non deve essere) una meta da raggiungere ma un sentimento da sperimentare nel quotidiano, o quantomeno il più spesso possibile, assecondando le proprie inclinazioni (che nel tempo peraltro mutano).
Continuare ad affidare la felicità al raggiungimento degli obiettivi è un vero inculone, perdona il francesismo.
Non che sia sbagliato avere obiettivi, sogni, desideri.
L’errore sta nell’affidare al loro raggiungimento il senso della vita e posticipare in un futuro indeterminato una specie di ricompensa.
E se poi non succede niente? Se raggiungiamo altro? Se la strada cambia direzione? Te l’immagini la delusione?!!
Perchè poi, in ultima analisi, c’è pure il fatto che non lo sappiamo mica quanto dura sto cacchio di viaggio. Mi pare sciocco non goderselo almeno un po’, che dici?
TRA IMPEGNO ED EDONISMO
Faccio cose che mi piacciono.
Tante.
E mi sbatto per farle.
Tanto.
Non è l’edonismo più sfacciato a spingermi.
L’impegno piuttosto è il miglior amico della felicità.
Un impegno che potrebbe portare a qualche sacrificio, a volte ci sta, perché non è la vita della cicala quella a cui aspirare.
Ma pure le formiche te lo confesso, a me sono sempre state un po’ sugli zebedei. Spocchiose e saputelle formiche!
No grazie.
Amo la vita, credo sia un dono.
Credo che la penitenza e l’abnegazione siano un’invenzione umana, la natura non può averle generate.
Credo anche di essere fortunata, perché sono nata qui e in questa epoca, quindi dico grazie perchè non era per niente scontato.
E sono contenta, perché a 38 anni inizio a godermi il presente senza smettere di impegnarmi per il futuro.
Ecco perché faccio (tutto) quello che faccio.
E non sono sempre felice, ma sto bene e/perchè mi ascolto.
TAJINE, UNA PENTOLA CHE DIVENTA UN PIATTO
La Tajine è una pentola tipica dei paesi nord-africani, la base è larga e non molto alta mentre il coperchio ha una forma particolare, allungata verso l’alto, che permette il ritorno della condensa in basso. Generalmente è di terracotta smaltata e si usa per preparare piatti di carne, pesce o soltanto verdure sfruttando una cottura lenta e dolce.
Il piatto stesso prende il nome della pentola, quindi avremo tajine di agnello, tajine di pollo e limone, tajine di verdure come in questo caso, ecc…
Un anno fa mi è stata regalata una stupenda tajine e d’inverno, complice la stufa a legna e il nostro amore per la cucina etnica, la uso tantissimo.
Te ne parlo perchè la consiglio spassionatamente, e non sto facendo pubblicità a nessuna marca in particolare, solo un invito a considerare anche questa come una possibile alleata nella tua cucina.
E adesso la ricetta, vegan con gusto e un po’ per sbaglio perchè non avevo nessuna intenzione di fare un piatto vegano ma è uscito così e sappi che ne vale la pena! 😉
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