Ho letto un libro questa estate.
E mi ha cambiato la vita.
Ok, ok, forse dire che mi ha cambiato la vita è un cicin esagerato, ma sono pochi i libri che leggo e che riescono a modificare in modo radicale alcuni miei comportamenti e Il Magico Potere del Riordino l’ha fatto, (l’altro libro che ci è riuscito invece è questo).
Il Magico Potere del Riordino non è una novità editoriale, probabilmente l’avete già sentito o visto in libreria.
Io l’ho sempre snobbato.
Che tanto sono una persona ordinata di mio, qualcuno a caso direbbe tedescamente ordinata (ma Fra non fa testo, lui e il caos sono una cosa sola). È solo che a me piace che ogni cosa abbia un suo spazio e che questo spazio venga correttamente adoperato, insomma non amo vedere oggetti, carte e vestiti abbandonati in giro con grande sfoggio di fantasia (o disinteresse, a seconda dei punti di vista!).
Sarà per questa mia tedescaggine che quando uscì questo non mi attirò particolarmente.
Qualche mese fa però la Luisa (che è la mia mamma) l’ha comprato e io me lo sono portata in ferie.
Quando sono tornata a casa ho iniziato a praticarlo.
Anzi, vi dirò di più: ho iniziato già in vacanza.
Ho iniziato riordinando le emozioni.
Perchè io sono sì ordinata, ma anche un pelo nervosetta. Un pelo solo ehhh.
Il metodo è semplice e illuminante: passa per il “buttare via” alcune cose e “tenerne/curarne” altre.
Con che criterio, chiederete voi?
Secondo una valutazione limpida e soggettiva che vi spiazzerà tanto è logica.
La regola è semplice quanto potente, non c’è via di scampo, non c’è dubbio o tentennamento.
Saprete con certezza cosa tenere e cosa buttare.
E come dice l’autrice, nessun effetto boomerang, perchè tutto quello che entrerà in casa vostra dopo il magico riordino seguirà la logica di cui sopra.
Naturalmente con le emozioni non è così facile.
O meglio, è facile analizzare cosa tenere e cosa buttare ma fare i conti con la pratica poi non è la stessa cosa, mica puoi mettere rabbia e insofferenza dentro ai sacchi delle immondizie come faresti con oggetti e vestiti!
Però…
Però io non recensisco mai libri/corsi/attività/posti che non ho testato personalmente e di cui non sono personalmente convinta.
Tanto più che non ne ricavo niente se non il piacere di condividere quelli che credo possano essere dei buoni consigli o quanto meno degli stimoli interessanti.
Ciò che ho sperimentato e apprezzato io è:
- l’efficacia del metodo proposto applicato alla mia casa: devo ancora finire ma la rivoluzione è iniziata
- la potenza del messaggio nelle sue prospettive più ampie: se saprete estenderlo oltre le mura domestiche sarete d’accordo con me
- la chiarezza della metodologia proposta: non si può non capire
- la radicalità del cambiamento che si può raggiungere: non si torna indietro (il difficile magari sarà coinvolgere chi abita con voi… questo sì)
- la forza di un approccio giapponese: non occidentale, non ammmericano
Meno piacevole lo stile di scrittura, scorrevole ma un po’ autoreferenziale in alcuni punti. Amen, il libro è corto e intenso, vale la pena portare un po’ di pazienza. 😉
Ecco, avevo davvero voglia di condividere con voi questa mia lettura estiva.
In un anno davvero strano sono riuscita a trovare molte risposte in questo piccolo manuale.
Risposte che mi stanno aiutando ad affrontare un sacco di cose, alcune bellissime e altre fastidiose. Ma fastidiose non significa tragiche. 🙂
E adesso la torta, di carote e anarcardi.
Perchè non mandorle?
Così, perchè mi piacciono gli anacardi e volevo sperimentarli in un dolce (in realtà ci ho messo anche un po’ di mandorle ma volendo potete fare solo anacardi).
È un dolce morbido, umido, rustico o sofisticato a seconda:
- che maciniate più o meno finemente la frutta secca (più è fina e più il dolce avrà una consistenza delicata)
- che spolverizziate la torta con zucchero a velo o che la ricopriate e farciate con un frosting di formaggio spalmabile e zucchero a velo, tipo questo (la vera carrot cake prevede il frosting, sapevatelo).
Qualsiasi versione scegliate resterete soddisfatte, garantito 🙂
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