No, non è un post sulle prossime tendenze della cucina.
Andranno di moda i broccoli o i ravanelli? Il cake design la smetterà di proporci torte tanto belle quanto immangiabili? Biologico, biodinamico, naturale… dove sta andando a parare il vino? Smetteremo di chiedere ai dolci di essere light? Nascerà la moda della farina macinata a pietra o ci troveremo tutti a esaltare entusiasti le virtù afrodisiache della senape nera? Chi vincerà nella secolare diatriba tra vegetariani, vegani e crudisti? Ma soprattutto, nasceranno finalmente le barrette energetiche ai gusti di lingua salmistrata e cotechino col cren? (questo punto farebbe molto felice Fra).
Sinceramente non ne ho idea.
Posso dirvi quello che spero io ma vi avviso: non sono mai stata una che fa tendenza.
Io ci arrivo sempre dopo sulle mode (anche sui doppi sensi se è per questo).
Come per lo zenzero che è stato (forse lo è ancora) l’alimento cool del 2014, tra un po’ ce lo ficcano pure dentro la carbonara. Io sto iniziando ad apprezzarlo solo ora… sono in ritardo, lo so già che tra un po’ sarà in voga qualcosa come l’aglio nero del kilimangiaro, i semi di caco acerbo dell’himalaya o il rafano muschiato del ciosso (che è dove abita mia nonna per inciso) .
Quindi no, non faccio previsioni sulla cucina, sulle tendenze alimentari o sugli usi e costumi della gente ai fornelli.
Però nell’ultimo post insieme alla ricetta dei muffin al farro ho elencato alcune parole che vorrei mi accompagnassero (come Roberta) in questo 2015, le trovate qui. Mi è venuto automatico quindi pensare alle parole guida anche per quello che riguarda Ratatouille e il mio spignattare compulsivo.
Sono poche, tanto ad aggiungerne si fa sempre in tempo.
Io ve le dico, poi voi deciderete se un po’ vi appartengono e se vi muovono qualcosa o se no, in questo caso mirate pure diretti alla ricetta che invece ha da essere provata tanto è buona ?
Imparare, osare, esplorare sono i verbi che vorrei guidassero il mio agire. Non solo ai fornelli ma anche come foodblogger e come aspirante cuciniera (che dire cuoca mi sembra un pelino esagerato)… insomma, il concetto è buttiamoci.
Ritmo, scrittura, identità: queste due parole sono strettamente legate alla gestione del blog, che pur restando una passione del tempo libero, esige(o) metodo e consapevolezza.
Equilibrio, integrale, cura: gli ingredienti dei miei piatti. Con una decisa svolta verso i prodotti del mondo e con maggiore attenzione alla tecnica, alle regole di base e, non ridete, all’occhio che vuole la sua parte.
Convivialità: questa è la regola aurea. Perchè è bello mangiare in compagnia, ma ho scoperto e sperimentato che è 100 volte meglio condividere fuochi e leccapentole.
Potrei continuare, ma i capisaldi sono questi.
Perchè lo ammetto, ho voglia di fare quel saltino di qualità di cui non mi sono mai preoccupata prima. Succede quando spignatti leggermente sopra la media degli amici che inviti a cena e tutti ti fanno i complimenti: il tuo ego sazio e non chiede niente altro.
Però quando inizi a confrontarti con persone davvero competenti l’asticella si alza e ti accorgi che il mare è ben più grande dello stagno in cui ti sei abituata a nuotare discretamente. E nasce l’urgenza, non riesco a trovare una parola migliore, di metterti al passo.
Credo capiti a tutti, in tutti gli ambiti: che sia passione o lavoro.
Si scatenata una sorta di fermentazione interna.
Il lievito secco che si custodiva da qualche parte, improvvisamente reagisce.
E lo sapete anche voi: quando il lievito parte, parte. Puoi rallentarlo (a che pro’?) ma non puoi fermarlo.
Il 2014 per me è stato un anno di grande fermento, stimolato senza dubbio da persone speciali: Alberto, Pina, Elisa, i migliori in assoluto, per sapere/i, gusto, approccio e… grado alcolico.
E poi eventi, incontri, chiacchere, letture, cene, opportunità, ecc…
E quindi avanti tutta, la lista di parole è appena al frigo, non mi resta che sperimentare e prendermi cura di questa biga che sta lievitando.
Ma adesso parliamo di zucca… adorata zucca.watch film Guardians of the Galaxy Vol. 2 2017 now
Vellutata di zucca e cannella con funghi e burrata
Mettete nella pentola la zucca, la cipolla divisa in 4 pezzi, il rametto di rosmarino e la cannella, salate pochissimo (potete anche non aggiungere sale).
Versate acqua fredda, ma non troppa perchè la zucca dovrà cuocere nel suo stesso vapore: calcolate 3 dita al massimo di liquido.
Accendete il fuoco e fate cuocere per 45 minuti (tastate con la forchetta: deve diventare morbidissima).
Togliete la cannella e il rosmarino e frullate tutto con il minipimer a immersione, a piacere allungatela con acqua calda, latte o panna… dipende da quanto goduriosa la volete. Pepe, meglio se bianco, un pochino.
A parte saltate i funghi con un filo d’olio, sale e pepe.
Impiattate: versate la vellutata nei piatti o nelle coppette, mettete al centro un cucchiaio di funghi, un pezzetto di burrata e spolverizzate con i semi di papavero (a piacere potete sostituire il papavero con delle noci spezzettate).