E con oggi sono 8 anni.
No dico, 8 anni di genitorialità, 8 anni di un biondo che, a detta dei dottori, doveva palesarsi solo nei desideri.
E infatti il desiderio c’era ma poi era anche stato messo via perché se ti dicono niente, è niente.
Quindi tutta la mia attenzione era per il lavoro, la partita iva, una professionalità tutta da costruire e tante montagne da scalare.
E invece… è stato facendo un vaio in Piccole Dolomiti che nacque il primo sospetto: andavo troppo piano per i miei ritmi, qualcosa non andava.
IL PRIMA E IL DOPO: CAMBIAMENTI
Oggi ragionavo sul pre e post Ettore.
Al di là della retorica che dopo un figlio non sarà mai più come prima, vale anche se ti schianti il mignolo del piede sullo spigolo del letto ehh, ti assicuro che non sarà più come prima, però alcune cose sono proprio cambiate con la genitorialità.
Ecco quali:
Prima di Ettore non mi piaceva la crema chantilly, dopo Ettore a badilate proprio (ti ricordo che la chantilly è panna con zucchero a velo e vaniglia, quella a cui pensavi tu è la crema diplomatica).
Prima di Ettore avevo delle braccia leggermente tornite, da Ettore in poi il decadimento della pelle è direttamente proporzionale alla mia paura di arrampicare.
Prima di Ettore dormivo tutta la notte. Dopo Ettore è arrivato Giona. E ancora questa cosa non ha trovato soluzione. E comunque io prima avevo il sonno pesantissimo!
Prima di Ettore avevo gente a cena ogni altra sera… quanto mi manca quel periodo.
Prima di Ettore pensavo di non aver abbastanza tempo per fare tutto quello che avevo da fare… che ingenua e sfaticata ero a quel tempo!
Prima di Ettore lavoravo a tempo indeterminato, sono ancora dell’idea che quella fosse la causa della mia precoce menopausa.
Prima di Ettore avevo la mappa delle pasticcerie, dopo Ettore quella dei parchi-giochi.
Prima di Ettore non importava se andavo in montagna solo con una barretta e una marmellatina nello zaino, dopo Ettore c’erano le tette ed era comodissimo, dopo le tette il problema è esploso e adesso abbiamo ben due thermos. No, voglio dire… i thermos nello zaino.
Prima di Ettore snobbavo le mamme non alpiniste e non freelance e non mi passava neanche per l’anticamera del cervello che fare i lavoretti per i mercatini di Natale dell’asilo potesse essere un’attività divertente… caspita cosa mi sarei persa!
Prima di Ettore non guardavo i cartoni animati, boicottavo il McDonald’s e videogiochi era una parola assente dal mio vocabolario… oggi non vedo l’ora che scarti la Nintendo.
QUELLO CHE NON È CAMBIATO
Dopo Ettore però ho continuato…
a correre,
a cucinare,
a scrivere,
a cambiare,
a leggere,
a essere impaziente,
a preferire la colazione dolce,
a preferire la colazione da sola,
ad alzarmi presto,
a preferire la montagna a tutto il resto,
a viaggiare per lavoro,
ad attaccare bottone con chiunque,
a investire in formazione e in vino,
a fare scelte sconsiderate (abbiamo un cane e ho deciso di cambiare lavoro nel pieno del primo lockdown, se non è sconsideratezza questa).
Ecco, e adesso vado a finire di preparare la pizza che stasera il signorino ha chiesto pizza e dice che la mia è la migliore (perché prima di Ettore facevo sempre la pizza da me, dopo Ettore cederei volentieri anche a quella surgelata ogni tanto ma lui dice di no!).
Il bello della genitorialità.
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