Io e Ettore siamo uguali: dopo un po’ ci stanchiamo anche delle vacanze.
A Ettore lo ha detto il suo migliore amico Leo: quando ti fai troppi bagni poi ti stanchi.
Leo ha una casa con la piscina interrata… Leo sa quello che dice! 🙂
Comunque una settimana è il tempo giusto per acclimatarsi, sperimentare un nuovo equilibrio e aver voglia di tornare a casa.
A me piace aver voglia di tornare a casa.
E ce l’ho sempre.
SUL TORNARE A CASA
L’idea romantica di vivere viaggiando non mi ha mai sfiorata.
Viaggiare più spesso non sarebbe niente male.
Però desidero sempre una casa in cui tornare, voglio un posto mio che non sia solo il cuore, i ricordi, gli affetti, la famiglia… bello ehhh, ma io sono una da mura, stanze, mobili ed elettrodomestici.
Il mio letto, la planetaria, la dispensa; le scarpe da corsa, i miei bastoncini di incenso, il disordine dell’ufficio, le foto appese.
E poi i miei vicini: la Giulia, Gianni, l’Arianna, quello che mi sta davanti e che non so come si chiama ma mi passa sempre la verdura del suo orto.
La colazione con la Fede ogni due settimane, il caffè “da Vasco” o “dalla Nives”.
Casa insomma.
Domani torniamo a casa.
UNA VACANZA QUASI TROPPO BELLA
Mi aspettavo una vacanza tragicomica, con scene alla Fantozzi e momenti di down cosmico.
Avevo attivato anche il servizio “sfogo disperato”, attivo 24 su 24.
Invece è andato tutto bene.
Un paio di giorni di assestamento, un mercoledì un po’ teso e poi il relax e una buona intesa.
Insomma, la cosa più trasgressiva l’ha proposta Giona stasera mangiando la pizza: una gara di rutti.
Ettore, sulla scia, ha cercato di andare in bagno con un bicchiere di coca cola per poter allenarsi in pace.
Ma fatemi capire: perché voi uomini avete tutto sto bisogno di ruttare e soprattutto di far sapere al mondo che sapete ruttare?
È qualcosa direttamente proporzionale alla virilità?
Una coda di pavone fatta di gas?
Un ancestrale richiamo della femmina?
Capiamoci: i tempi sono cambiati, da mo’, eppure i rutti restano un evergreen del maschio medio.
Fatemi capire.
Tornando a bomba: ammetto che i giorni prima della partenza ero un po’ incerta su questa vacanza… no ok, ero molto incerta.
Non ero mai stata in vacanza con un cane, due figli mi sembravano già abbastanza impegnativi.
Ma come ti insegnano al master in coaching e alla scuola cinofila Lupi: devi pensare che l’altro, persona o animale, abbia già in sé tutte le risorse necessarie.
A te il compito di stimolarle.
Hanno ragione.
MA COME FAI?
Mi è stato chiesto da qualcuno in questi giorni.
Partiamo da un concetto chiave: siamo in vacanza (e glisso sulla questione femminista).
Quindi il primo segreto è mettersi in modalità vacanza: no orari, no stress, no pulizie sfrenate; sì alle patatine, al vino, alla coca senza caffeina, ai pangoccioli, alla TV.
Altrimenti che vacanze sono?!
E poi mi sono messa nell’ottica che non tutto dipende da me: siamo un squadra e abbiamo fatto squadra.
I bimbi avevano libertà e autonomia.
Non erano sempre incollati a me.
Io ho fatto qualche breve passeggiata mentre loro giocavano o dormivano e Kima aveva sempre la lunghina, ma quella da 5 metri, un po’ di margine anche per lei insomma.
E no, a parte Giona che ha quasi divelto la doccia aprendo la porta scorrevole, non è successo niente di grave.
Beh, Giona si è anche scorticato un alluce.
Io mi sono rotta un dente.
Ettore ha bevuto tutto il mio latte di riso, e ha rimesso in frigo la bottiglia vuota (anche questo è tipico del maschio medio)
Kima si è mangiata la mascherina di un signore che l’accarezzava.
Desiré è partita stamattina lasciando un vuoto incolmabile.
La questione dei rutti te l’ho già detta…
A parte questo quindi… tutto liscio.
L’Italia ha pure vinto e io sono riuscita a guardare la partita.
Addirittura ho fatto dei bagni e ho scritto ogni sera: questa è la vera misura del mio relax.
Insomma, nessuna scena tragicomica da raccontare (che noia, che barba), solo dei giochi scemi con la crema solare (e nessuno si è scottato).
E KIMA?
Spendo due parole sul centro cinofilo Lupi: senza Emily, Michele e Gianfranco non sarebbe andato tutto così bene.
Se non ho niente da raccontarti di tragicomico, è tutta colpa loro.
Se Kima va d’accordo con qualsiasi cane e umano, è merito loro.
Mi sembra scontato dire che sono bravi, lo sono e tanto anche.
Aggiungo che rispetto ad altre scuole mettono al centro il rapporto empatico tra padrone e cane, includono i bambini se ci sono, lavorano per renderti più facile la vita fuori del campo di addestramento, non dentro. Ti mandano anche i compiti per casa…
E cazzarola, sono simpatici, ma questo lo scopri solo conoscendoli.
Consiglio a chiunque valuti l’idea di prendere un cane di affidarsi a una scuola come la loro, meglio se proprio la loro (sono a Longare VI).
LA FRASE DEL GIORNO
Sempre Giona: “mamma domani mattina non andare a fare la passeggiata con Kima, perché se mi sveglio e non ti trovo io mangio tutte le caramelle!”
LE FOTO DI OGGI
Come sempre qui.
LA RICETTA DI OGGI
Il polpettone di ricotta e pollo della Luisa (che poi è mia mamma) è una ricetta estiva da urlo, pubblicata nel 2013 (mariasanta che foto) è intramontabile.
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