Non resisto, devo proprio scriverlo questo post, mi sale dalla pancia e non vuole farsi da parte.
Che stamattina, correndo quando ancora il sole dormiva, mi è presa la nostalgia.
Nostalgia, sì.
È arrivata così, un’onda che non ti aspetti, imprevista e travolgente.
Non sono riuscita a schivarla.
Boom: l’emozione dalla pancia ha accarezzato il cuore e poi è salita sù, si è trasformata in lacrimoni.
I lacrimoni se li è portati via l’aria fresca, che stamattina si stava una meraviglia dopo tanta calura.
Nessun dolore, solo un po’ di tristezza.
E un sorriso, a un passato che non c’è più.
Per un momento ho desiderato senza ritegno di tornare bambina.
Volevo essere di nuovo la Roberta di 3-4 anni, ginocchia sbucciate, capelli tagliati a maschietto, pantaloncini e triciclo color della Ferrari, velocità quasi uguale… quasi.
Nostalgia di quando non dovevo decidere niente, nemmeno cosa mangiare a cena, perchè c’era chi ci pensava per me (e cucinava per me).
Nostalgia di quando, in braccio al nonno Serafino, ho imparato a leggere l’ora, a distinguere i minuti dai secondi e dalle ore, ma del tempo poco mi importava, ne avevo un serbatoio enorme a disposizione.
Nostalgia di quando c’era solo il presente.
Nostalgia di quando la vecchiaia era una cosa dei vecchi, che restavano vecchi, e basta… mica potevano morire, soprattutto i miei nonni.
Nostalgia di quando i sogni non avevano un business plan a corredo.
Nostalgia di quando il mio “lavoro” era giocare (e comportarmi bene), di quando sapevo che comunque c’erano i grandi che pensavano alle cose da grandi.
Nostalgia del pane duro di mia nonna Maria, che ancora non lo so come facesse a produrre quelle armi contundenti chiamate pagnotte, ma era una vera specialista.
Nostalgia della sua pissotta (torta variabile a seconda degli ingredienti a disposizione), che invece era sempre squisita e la cui ricetta non è scritta in nessun luogo.
Nostalgia della spesieratezza, quella che profuma di erba appena tagliata e di vento.
Nostalgia della leggerezza, quella che sa di mele cotte, di latte e panbiscotto e di uova all’occhio di bue.
Nostalgia dei miei stivaletti, rossi anche quelli, li usavo quando andavo nei campi, quando tentavo di ammaestrare le galline e fuggivo dai tacchini feroci (non ridete, i tacchini sono dei veri stronzi quando vogliono).
Nostalgia del sentirmi bimba, senza responsabilità, con qualche dovere, una certa dose di regole e con tanta voglia di provare, che io volevo provare tutto, be’ quasi tutto (il fegato no, mi ha sempre fatto schifo).
Nostalgia di quando la mente poteva andare, volare su una nuvola, senza la fretta di dover atterrare da qualche parte, senza limiti, senza aspettative di concretezza.
Nostalgia della fantasia.
Nostalgia di qualcuno che si prende cura di me.
Nostalgia dei miei nonni.
Ecco.
Non sono riuscita a farla tacere.
Sarà che gli anni passano.
Sarà che vedo bambini giocare.
Sarà che, probabilmente, ho bisogno di ferie!
Ricettina?
Ricettina dai.
Di quelle che quasi non vi sembrerà di cucinare, che lo so che fa caldo e vorremmo nutrirci di gelato e cocomero, però questi hamburger di pollo io vi sfido a non provarli, sono una goduria.
E no, non ci vanno le uova, la farina, il pangrattato o la mollica ammollata nel latte: solo carne, come sarebbe da regola del vero hamburger (quantomeno a me hanno insegnato così, il resto son polpette!).
HAMBURGER DI POLLO AGLI AROMI E LIMONE
Ingredienti per 4/5 hamburger
400 gr pollo macinato
100 gr pancetta dolce tritata al coltello (se usate quella affumicate non mettete la buccia di limone)
1 cucchiaino di buccia di limone (non di più che altrimenti diventa invadente)
sale, pepe qb
aromi (salvia, timo e rosmarino io) qb
olio per cuocere
Come si fa…
Si fa presto, giuro.
Mettete la carne in una terrina, unite la pancetta (serve a dare un po’ di grassezza e un tocco di sapidità a una carne phentermine altrimenti troppo magra, vi assicuro che è importante), gli aromi tritati, la buccia di limone, salate e pepate a piacere e ammalgamate il tutto.
Con l’apposito strumento andate a formare i vostri hamburger (in mancanza del coso apposta potete formarli con le mani inumidite).
Cuocete in una padella unta d’olio, 3 minuti per parte (direi che 6 minuti i fuochi li potete anche accendere no???!).
Servite con insalata e pomodori, e le salse che più vi piacciono, oppure infilateli nei panini.
Buon appetito ?
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