L’oroscopo l’aveva detto che questo 2016 sarebbe stato un anno difficile.
E aveva ragione.
Oggi ho avuto la brillante idea di leggere quello per il 2017 e la musica non cambia molto, sta minchia di opposizione di Saturno durerà per altri 11 mesi, 11 ho detto… che culo ehhhh.
Però non chiudo il 2016 con una brutta sensazione, anzi.
Ho imparato tanto quest’anno, soprattutto su di me.
E alla fine posso dire che 3 sono le “cose” che mi hanno aiutata molto ad affrontare le difficoltà e i momenti bui.
E no, non sto parlando dell’amore, che pure c’è e aiuta parecchio. Anzi, nella mia personale visione l’amore sfonda i confini della vita di coppia e della genitorialità, si allarga e scorre secondo un moto naturale e imprescindibile, a volte anche incomprensibile, ma stupendo.
Però oggi lasciamo da parte le “sdolcinerie”, che altrimenti i/le single smettono di leggere, e prendiamo a braccetto la concretezza e veniamo alle 3 “cose” che mi hanno aiutata tanto:
1. PERSONE
Lo so, pare scontato, ma io ancora mi stupisco di quanto potere abbiano le persone che frequentiamo sul nostro stato di benessere/malessere. Influiscono naturalmente, solo per il fatto di averle vicine, ma lo fanno ancora di più se abbiamo l’umiltà di chiedere (aiuto, consigli, una spalla su cui piangere, confronto, conforto…).
Io sono fortunata, parecchio. Perchè molte delle persone che mi circondano sono meravigliose, e delle altre ho imparato a cogliere il meglio.
E ho imparato anche a chiedere e a dire quando non sto bene.
La libertà sul piano relazionale è una grande conquista, ti salva la vita (quantomeno quella emotiva) e pure il fegato.
2. TERZO TEMPO
Il terzo tempo è quello mio, quello che non è lavoro e non è famiglia. Ne ho già parlato in altri post credo.
Il terzo tempo è stato fondamentale quest’anno per permettermi di non scaricare completamente le batterie.
Un tempo per me e me soltanto. Dove non ci sono doveri, sensi di colpa, obblighi, rimpianti… ci sono solo io.
Scrivere ad esempio: il fatto di avere due blog e di prendermi il tempo per scrivere per me è salutare.
Ma l’abitudine più bella si chiama “la mia ora sacra”: è un’ora solo mia, la mattina all’alba. Mi alzo in silenzio ed esco, quando non c’è la panza corro, adesso che il girovita è esploso cammino.
E penso.
Aldilà dell’attività sportiva (per me sacra come il terzo tempo, ormai lo sapete), c’è la possibilità di stare con me stessa per un’ora. Ascolto la radio, a volte rido da sola in mezzo alla strada illuminata dalla frontale, altre volte resto col naso per aria e aspetto le stelle cadenti (non cadono mica solo ad agosto ehh). Oppure rifletto su qualche problema di lavoro, penso ai contenuti di un corso, oppure semplicemente immagino, sogno, visualizzo, canto.
Ci sono stati momenti in cui mi dicevo: “Roberta dovresti usare quest’ora per lavorare, per leggere CV, per scrivere quell’inserzione che aspetta da due giorni…” ma no, non l’ho mai fatto. Se non esco è perchè ho bisogno di dormire e dormo, se invece mi alzo è per farmi un regalo. Il dovere dopo.
3. CREDERCI (CHE SIGNIFICA ANCHE FIDARSI, MA NON SOLO)
Questa è la cosa più difficile. Che quando tutto pare girare male hai voglia tu di fare un atto di fede.
Vorresti non uscire da sotto il piumino finchè saturno non decide di mettersi dritto.
E invece io sto sperimentando che se lasci andare un po’ le redini e non ti imponi di far andare le cose come vuoi tu, ma al contrario ti fidi, ti affidi e osi un po’, allora il risultato magari non è esattamente quello che avevi previsto ma il più delle volte è anche meglio.
Servono oltre alla fiducia la tenacia (per questo dico che bisogna crederci), servono impegno, che la provvidenza da sola non basta.
Quindi sì, serve farsi anche un po’ il culo. Serve energia (io questa l’ho recuperata attraverso i punti 1 e 2). La fiducia invece è parte di un percorso abbastanza lento ma costante che sto facendo.
Senza questi tre ingredienti sarebbe stato un anno di merda!
Quindi ancora una volta io non faccio alcun buon proposito, ma mi concentro per non perdere il tesoretto che mi sono conquistata in questi mesi.
Ho anche sistemato un po’ la visualizzazione del blog, grazie a Elisa di Laborlimae. Grazie, grazie.
Non è ancora perfetto, lo so, ma ci stiamo lavorando. E io continuo a crederci.
Nel frattempo impasto e sperimento.
Avevo promesso un dolce e c’è, avevo promesso burro ma dovete accontentarvi di uova e mandorle, avevo promesso qualcosa di goloso e vi assicuro che non resterete delusi, ho ricevuto complimenti da chi i dolci non li ama.
La ricetta non è mia, è tratta dal film I sogni segreti di Walter Mitty e io l’ho poi sperimentata a partire da quella che c’è in questo blog, ho solo modificato l’acqua di cottura delle clementine aggiungendo lo zucchero in modo da creare uno sciroppo.
Provatela e intanto buon capodanno 🙂
Ci si risente l’anno prossimo, nonostante quel gran cazzone di Saturno.
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