Questo è un post metà a forma di riflessione e metà a forma di lista.
La riflessione nasce dal fatto che sto rivedendo e riscoprendo comportamenti e caratteristiche mie che avevo messo via da tempo e mi chiedevo quanto spesso capiti di abbandonare per strada pezzi di sé. Li si si getta dal finestrino di quella macchina in corsa che è la propria vita e alè…
Lo si fa perché convinte che non ci servano o addirittura che siano di intralcio, che non siano belle o buone, importanti, utili. A volte lasciamo andare aspetti e potenzialità che non riteniamo nemmeno di possedere ma che in realtà hanno solo bisogno che ci crediamo.
Non sto parlando del cambiamento che ognuno affronta crescendo e maturando, mi riferisco a – più o meno consapevoli – rinunce che si operano verso parti della propria identità. Compromessi per stare accanto a qualcuno, negazioni per il timore di non farcela, deviazioni per percorrere una strada più sicura, fino a usare la sbianchina su caratteristiche che non vogliamo più portarci appresso, eppure, sotto i vari strati di bianco, quelle sono ancora là in attesa di un’unghia che gratti via la copertura.
Sto affrontando un percorso introspettivo, mi sta aiutando a ritrovare e raccogliere questi pezzetti lasciati andare e, come le briciole di pollicino, sento che mi stanno portando a casa. Un viaggio che mi sta mettendo in contatto con parti mie antiche e vere ma che mi sta anche facendo vedere risvolti nuovi o mai considerati di me stessa. Una bella esplorazione, faticosa ma interessante.
E ora la lista delle cose che, in modo nuovo o rinnovato, sto (ri)scoprendo e amo di me oltre i polpacci, la moritudine e l’estroversione straripante.
Lista delle cose perdute e ritrovate:
- l’impegno sociale, aderire a una causa da attivista convinta e a tratti incazzosa (cit. Fra);
- arrabbiarmi;
- prendere una posizione, dire come la penso o anche solo dire di no (sono ancora all’inizio ma ci sono);
- la precisione;
- il mio corpo per com’è fatto non per quello che fa: curve, pieghe, smagliature, rotondità, ciccatrici, spigoli, assenze e proturberanze varie;
- la fantasia;
- voglia di giocare;
- voglia di recitare;
- il piacere per le cose belle;
- vedermi bella;
- la frivolezza;
- l’emotività;
- chiaccherare (di cose da mamme con le altre mamme dell’asilo);
- andare alle feste di compleanno dei bambini (e chiaccherare di cose da mamme con le altre mamme dell’asilo e con del vino in mano);
- la lentezza (non rallentare ma fare alcune cose lentamente);
- riassaporare cibi che non mangiavo più (krapfen, salsicce, tramezzini, maionese)
Voi cosa avete lasciato andare strada facendo che sarebbe bello ritrovare, che vi manca fare o essere…
Siate buone con voi: toglietele dalla scatola e osservate quanto bene vi fanno. E poi fate una boccaccia a chi (foste anche voi stesse) vi ha spinto a metterle via.
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