È il buonumore.
È così semplice che pare banale, ma è la verità.
La risorsa più preziosa non è il tempo, anche se…
tutti a lamentarsi che non c’è abbastanza tempo,
che ne basterebbe un po’ di più per essere felici,
che il tempo è denaro,
che il tempo è una risorsa finita, praticamente prossima all’estinzione.
ALT!!
Richiamate il WWF, Emergency, i pompieri.
Il tempo se vogliamo lo troviamo, è una questione di scelte.
E di organizzazione, perdindirindina.
Come la mettiamo invece con l’umore?
Con il buonumore, per l’esattezza.
Quel motore che ci attiva e ci sostiene, che stimola la nostra capacità di affrontare la giornata con il sorriso o quantomeno con fiducia.
Il buonumore, la miccia dell’entusiasmo.
Non è questione di ottimismo o pessimismo no, il buonumore è un’altra cosa: è la benzina.
Conosco pessimisti di buon umore e ottimisti di pessimo umore (tipo io in questo periodo).
Ehh sì, ho il serbatoio un pelino in riserva e come sempre, quando te ne accorgi, è già ora di spingere in direzione del benzinaio.
Ma che fatica…
Con l’aggravante che il carburante in questione è stile metano: qualche distributore lo trovi in giro, ma bisogna consultare la cartina e calibrare bene i viaggi per non restare a secco, che il gasolio non funziona.
Per il buonumore non ci sono tecniche, l’organizzazione aiuta poco, il problem solving manco che manco, i libri parlano, pontificano, promettono e alla fine ti lasciano la spiacevole sensazione che quel qualcosa che doveva scattare (e risolvere il problema) non sia scattato, e ti vien da pensare che sei tu che non funzioni.
Perchè è così che ti senti: qualsiasi cosa ti fa scattare, il nervoso è il tuo più fedele compagno di vita che manco il cane ti sta tanto vicino (non ce l’ho il cane, ma se l’avessi non mi starebbe così attaccato, lo so), il corpo inizia a protestare e con lui anche la tua dolce metà, (destinatario, -spesso colpevole, questo va detto- della maggior parte dei tuoi sfoghi).
E dopo un po’ che ci giri intorno,
che analizzi tutti gli aspetti della tua vita alla ricerca di un capro espiatorio,
scartando di fatto ogni possibile colpevole,
che manco i calzini sparsi per casa di Fra sono abbastanza numerosi da giustificare tanto scontento…
allora e solo allora ti accorgi che, semplicemente, il tuo proverbiale buonumore è ai minimi livelli storici.
[Pausa… ]
Quello che voglio dire è che la carenza del buonumore non è una conseguenza bensì una causa.
O almeno, io me la sto dipingendo così.
Vediamo se riesco a spiegarmi meglio: cos’è l’umore?
Semplificando (perchè di matematico c’è ben poco) è uno stato d(ell)’animo persistente, che ci accompagna fedele e tendenzialmente silenzioso.
Un po’ come le mutande insomma: che ci sono ma di solito non le sentiamo… di solito ho detto!
L’umore quindi, a seconda della sua tonalità, influenza il modo in cui affrontiamo gli eventi, grandi e piccoli, che ci capitano.
Nel passato si pensava che questa inclinazione a vivere le cose in un modo o in un altro, fosse strettamente correlata agli umori (ai liquidi) che scorrono dentro il corpo umano, è per questo legame che la parola umore è diventata sinonimo di stato d’animo.
Vien da pensare che un po’ di vino buono, uno di qualità intendo, magari una bella bolla effervescente, possa riequilibrare il livello di liquidi necessario a migliorare l’umore.
Certo, ma dura poco.
E quando ti svegli c’hai pure il mal di testa.
No, non è la soluzione.
Il buonumore per come me la sto passando io, è strettamente correlato al livello di energia a disposizione.
Quando diciamo “non sono dell’umore giusto” generalmente intendiamo “non ho l’energia necessaria per affrontare questa cosa”.
È il livello di energia, più del suo colore (Insights Discovery docet), a determinare il nostro umore.
È una questione più quantitativa che qualitativa insomma: si chiama “tono energetico”.
Sì, un po’ come quello muscolare, che quando è basso ch’abbiamo la chiappa floscia.
Quando cala il tono energetico non c’è ottimismo che tenga… il buonumore precipita.
E possiamo avere a disposizione tutto il tempo del mondo, non ci servirà a risolvere la situazione.
Bisogna lavorare sul tono energetico.
Va in ferie, direte voi.
Chiaro, in ferie uno si rigenera (se non ha figli piccoli…).
E quando torna a casa, cosa succede?
Anche la vacanza è un palliativo, un piacevolissimo palliativo.
Io e il mio malumore abbiamo concluso che sia meglio tentare di mettere al bando (o almeno limitare) alcuni comportamenti che consumano energia e dare spazio ad altri che invece, per natura, ne forniscono.
Poca roba ma tosta, (e niente a che vedere con lo staccare la spina o il volersi più bene… non son robe in cui sono brava, quelle):
- basta con l’immagine pubblica al botulino: sostenere una maschera che, magari ci piace anche, ma non ci appartiene, è in assoluto l’attività che ci ruba più energia. È uno sforzo, quello per sembrare diversi, che lentamente ci consuma. E non è solo di chi è sui social!
- un po’ meno giudici di masterchef e un po’ più nonna Maria: non so voi, ma a me pare che la tendenza di questo 2015 sia quella di fare i critici gastronomici a tutto tondo. È una strana e perversa moda quella di cercare il pelo sull’uovo alle cose, non solo al cibo intendo! Che se non trovi il difetto sembra che non ne sai abbastanza, pare che ti va bene tutto e che non hai senso critico. E allora è tutto un: “buono ma…” “bello ma…” “fatto bene però…” sempre lì a puntualizzare, peggio di Cracco in masterchef. Mia nonna Maria invece non stava mica lì a cercare sempre sto benedetto pelo, e soprattutto se una cosa a suo parere non era fatta bene la correggeva ancor prima di criticarla, risparmiandosi così l’energia del lamento… e avanti tutta. Mia nonna Maria era decisamente una donna di buon umore.
[Questo, faccio outing, è uno dei miei principali ladri di energia: che sono una spaccamaroni patentata e quando una cosa non mi va bene (spesso) ci tengo parecchio ad argomentarne i motivi.] - frustiamolo un po’ il nostro corpo, almeno un po’ più di quanto frustiamo il nostro compagno quando lascia in giro i calzini. Ergo coltiviamo (almeno) una passione che metta in stand by la mente, perchè le pippe mentali sono delle vere sanguisughe di energia. Dedichiamoci a qualcosa che, solo per il gusto di farla, ci dà piacere, alimenta il benessere, mette in moto il fisico zittendo la testa.
- niente mascherina, apriamoci al contagio: circondiamoci di persone con livelli energetici alti, persone di buonumore… non vi sto suggerendo di rubare, ma l’energia è contagiosa e l’umore di conseguenza!
- abituiamoci a non abituarci: introduciamo elementi di novità nel nostro quotidiano. Inseriamo piccole variazioni sul tema con una certa frequenza. L’abitudine ci protegge ma allo stesso tempo ci ingessa, blocca l’energia e diventiamo sensibili peggio della principessa sul pisello quando qualcuno tocca le nostre abitudini o mette in discussione i nostri schemi.
- dormiamo: semplicemente, naturalmente dormiamo. È qualcosa di diverso dal riposarsi. È un bisogno essenziale, fisico, mentale ed emotivo che non va mai e poi mai trascurato. Dopo esserci frustati fisicamente io dico: dormiamo.
Ecco… 6 cose, non il Cluetrain Manifesto del buonumore.
6 cose che sto sperimentando io per prima, perchè il buonumore è la risorsa più preziosa.
Il serbatoio più difficile da rifornire quando va in secca.
Infine ci sarebbe un settimo suggerimento, io ve lo scrivo: mangiate cose buone.
E non lo dico tanto per dire o perchè questo è un blog di cucina.
E non lo dico perchè adesso segue una ricetta di quelle che vi commuoveranno al primo assaggio.
Lo dico perchè sul potere dell’alimentazione sono stati fatti fior fiori di studi ed è tanta roba.
Mangiate bene: cose buone e cose che vi piacciono, sgarrando, concedendo, curando la qualità e selezionando con criterio, senza partire per tangenti estremiste se potete, sperimentando, studiando, variando, soprattutto mettendo le mani in pasta.
Potete cominciare da queste tartellette alla marmellata di mirtilli con crema frangipane. È più lungo scriverlo che farle, giuro…
La ricetta è tratta dalla Recake2.0 di luglio-agosto.
Ho introdotto pochissime modifiche: vi riporto qui la mia ricetta (alla fine del post trovate anche la locandina originale).
Tartellette ai mirtilli e crema frangipane
Ingredienti per 10-12 pezzi…download movie Wonder Woman
Per la frolla:
225 gr di farina 00 setacciata
30 gr di zucchero semolato
½ cucchiaino di sale fino
110 gr di burro freddo da frigo
2 tuorli d’uovo
la buccia di mezzo limone
2 cucchiai di acqua fredda (solo se serve… a me non è servita)
Per la crema frangipane:
125 gr di burro morbido
125 gr di zucchero a velo
½ cucchiaino di essenza di mandorla
125 gr mandorle tritate (oppure metà farina di mandorle e metà mandorle tritate)
30 gr di farina 00
3 uova
Per il ripieno:
mandorle a lamelle qb
confettura di mirtilli (circa mezzo vasetto)
Come si fa…
Per lo scrigno di frolla:
Unite il burro freddo alla farina, zucchero, sale e buccia di limone: sabbiate il composto (io con le dita ma eventualmente usare la frusta K della planetaria). A parte sbattete leggermente le uova e unitele al composto. Lavorate velocemente e formate una frolla morbida ma non appiccicosa, se serve unire uno o due cucchiai di acqua fredda. Riponete in frigo.
Per la crema frangipane:
Unite tutti gli ingredienti, il burro va morbido: sbattete con le fruste elettriche e create una crema.
Mettetela in una sacsa da pasticcere e riponete in frigo.
Assemblaggio:
Riprendete la pasta frolla e foderate le formine precedentemente imburrate.
Io non stendo la pasta ma formo tante palline che poi vado a “spalmare” dentro le pirottine.
Distribuite sul fondo di ogni dolcetto un po’ di mandorle a lamelle e riempire fino a metà altezza con la marmellata. Completate e sigillate con la crema frangipane. Riponete le tartellette in congelatore per circa 15 minuti.
Infornate a forno caldo e cuocete per 30 minuti a 180°.
Spolverate di zucchero a velo e fate il pieno di buon umore ?
2 Comments
Eccolo.. vedere tutto ciò che mi fa stare bene e che predico messo per iscritto fa un certo effetto.
tutti i sei punti concorrono a farci vivere bene 🙂
come procede col tuo buonumore?
Grazie per aver partecipato <3 e a presto
Ile
Ciao cara, grazie della gentile risposta.
Il buonumore è in netta ascesa 🙂
Applico come riesco i miei stessi suggerimenti…. ci provo. Grazie per le tue belle parole. Felice di esserci 🙂