Riccardo Penzo l’ho conosciuto qualche anno fa.
E sono stata felicissima di rivederlo la scorsa settimana.
Riccardo Penzo ha una storia di quelle che a me mi piacciono da pazzi.
Di quelle che mi danno carica e motivazione.
Riccardo Penzo ha avuto un’idea originale e l’ha fatta diventare il suo lavoro.
Ho cenato con lui qualche anno fa, era una serata di buon cibo e ottime birre (grazie Davide Piva grazie).
Era prima del salto al freelanciaggio.
Era prima di CookingLab.
Era dopo aver deciso che l’azienda non era la mia strada.
Era dopo aver maturato la consapevolezza che con il cibo avrei voluto fare qualcosa di più che ingrassare i fianchi (di Fra).
A dire il vero ho conosciuto prima Ristoranti che passione, la guida, e poi lui, che l’ha creata.
Un ristorante con il quale ho collaborato (grazie Gianluca grazie), era tra i locali recensiti.
Era cioè un posto dove potevi mangiare con un certo tipo di sconto grazie alla “Card che Passione” che viene mandata a chiunque acquisti la guida.
Sì è vero, chiamarla guida è un po’ riduttivo.
Ristoranti che Passione è soprattutto un progetto gastronomico che, detto papale papale, ti permette di scoprire e conoscere ottimi ristoranti potendoli assaggiare a condizioni (economiche) agevolate.
Come funziona l’ho spiegato sul sito di CookingLab.
E maggiori informazioni potete trovarle anche sul portale del progetto.
Ma torniamo a bomba: dicevamo, Riccardo Penzo.
Colui che ha avuto quest’idea a dir poco intelligente, anzi brillante, diciamo pure geniale.
Insomma perchè non ci ho pensato io a fare sta roba?!?
Riccardo ha saputo creare un servizio di valore all’interno di un settore che è pure la sua (e mia) passione: l’enogastronomia.
L’ha fatto studiando, inventando, osando, credendoci, investendo tanta energia e immagino, anche tanto sudore (e stridor di denti direbbe Fra).
Scegliendo con fiducia, rinunciando a qualcosa per raggiungere altro.
Riccardo è vicentino, precisamente di Nanto.
Classe 1979, laurea in Design e Arti e master in Gestione integrata di impresa.
Un’esperienza in un’importante azienda orafa poi la scelta, coraggiosa e autentica.
Si trasferisce a Manchester (UK) dove trova lavoro come sommelier nel miglior ristorante della città, Harvey Nichols (e io a questo punto della storia sto già facendo la ola).
Vi resta due anni ed è qui che, studiando il marketing inglese dell’ospitalità e osservando l’utilizzo delle diverse forme di promozione nei ristoranti, nasce l’idea.
Nel 2007 torna in Italia, più determinato di quando era partito.
Presenta il suo progetto alla Confcommercio di Vicenza e ne parla con Severino Trentin, compianto chef del ristorante Zamboni di Arcugnano (Vi), che lo appoggiano e lo aiutano a mettere insieme il gruppo di ristoranti per la prima edizione, quella del 2008, dedicata alla provincia di Vicenza.
Da allora è stato un crescendo di adesioni: oggi la guida copre tutte le province venete e conta 152 ristoranti aderenti oltre che molti altri servizi per il cliente finale.
Lunedì 17 novembre scorso quindi, l’evento di lancio dell’edizione 2015 ha parlato di obiettivi raggiunti e di un progetto che continua a crescere.
Io c’ero (con la Rossa) e ve lo posso testimoniare.
Inutile dirvi che lo guardo e un po’ spero che, Ratatouille nel suo piccolo e CookingLab più in grande, possano vantare una storia simile tra qualche anno.
Inutile dirvi che queste sono le storie che preferisco: quelle che mi scaldano il cuore, che mi fanno tremare i polsi.
Inutile dirvi che partecipare all’evento del 17 novembre è stato un po’ come gustare un boccone di quel mondo che sempre più mi appartiene e su cui desidero spendere un po’ delle mie energie.
Inutile dirvi che non vedo l’ora di lucidare anch’io la mia Card che Passione… 😉
Ebbene sì, nell’ultimo post parlavo di tenacia e di torta al cioccolato, oggi di coraggio e di fiducia (grazie Simone grazie).
Le scelte li reclamano a gran voce.
Anche le scelte belle.
Perchè a volte inseguire qualcosa a cui tieni ti costringe a lasciare qualcosa che ami con altrettanta forza.
E allora ti sembra che qualcosa non torni.
Tu non vuoi dover rinunciare. Tu vuoi semplicemente aggiungere qualcosa.
E qui scatta la fregatura, perchè come dice Fra: non puoi volere “l’uovo, la gallina e il culo caldo”.
La fregatura (volevo dire inculone ma mi sembrava brutto) è che non puoi incastrare la vita nuova dentro i confini della vita vecchia (Pozzan docet).
Scelte nuove, condizioni nuove, progetti nuovi necessariamente chiedono spazi, contesti, tempi, confini e pure atteggiamenti nuovi.
Io non è che la digerisco bene questa cosa, diciamocelo (sarà per questo le intolleranze alimentari??).
Insomma avrei preferito non dover rinunciare alla corsa e alla montagna, per dire due robe a caso.
Ma il rischio è che l’amata vecchia vita blocchi e impedisca l’evoluzione di quella nuova.
L’equazione è matematica.
La fiducia un po’ meno.
Il viaggio però ne vale la pena.
Coraggio.
Comment
Bellissimo! Da far tremare i polsi… ChePassione!
Grazie
Ric