Ogni tanto un giorno di ferie ci sta proprio bene… un giorno di ferie solo per fare ferie, per non lavorare, per stare con un’amica, per andare in Pale di San Martino a vedere le montagne piene di neve, per assaggiare i canederli della Mara, per fare shopping di formaggio di malga, per stare tutto il giorno con Ettore… per andare via e basta! L’ho fatto lunedì, ho messo da parte ogni senso di colpa (tipici di chi lavora per conto proprio e acutissimi in una mamma che non lavora ancora full time) e sono andata da Mara, gestrice del Rifugio Canali Treviso (dai mettete mi piace sulla pagina).Che ben ciò… mi sono goduta una giornata bellissima: semplice, genuina ed estremamente piacevole.
In fondo è anche questo che amo del mio lavoro: un po’ di flessibilità e di sana autogestione, sono o non sono una LIBERA professionista? (il tono è ironico… si capisce vero?). Insomma non diventerò mai ricca come freelance (mai mettere limiti alla provvidenza però!) ma mi piace sentirmi (diversamente) libera consapevole che c’è chi farebbe carte false per fare a cambio quindi io mi bacio le manine ogni mattina, anche quando tocca lavorare di domenica!
E quindi nella mia fortunata flessibilità, io ogni tanto scrivo alla Mara e le dico “save the date che rivo!!”
Piglio Ettore, carico il west con borse, passeggino, pannolini, giocattoli, un dolce e parto.
Mi piace la strada che porta a Fiera di Primiero, mi piace perchè la conosco benissimo, mi piace perchè non è troppo lunga da stancarmi e nemmeno troppo corta da non farmi percepire che “sono in viaggio”, mi piace perchè mi porta là! Poi con Mara la parola d’ordine è #staiserena… che significa nessun programma, nessun impegno, nessun vincolo, nessun “bisogna” e nessun “dobbiamo”. Si arriva, ci si fa il caffè, ci si aggiorna reciprocamete e poi si va a passeggiare e si chiacchera, spaziando dalla cucina alla famiglia, dalle questioni di paese al lavoro… Si rientra, si pranza (e che pranzetti ragazzi!), ci fa un altro caffè (con la torta e magari un’altra amica), si esce di nuovo, si va a prendere un po’ del formaggio che fa suo cognato (talmente buono da essere commovente) e poi io e Ettore ricarichiamo il west e torniamo in pianura… con calma, senza pigiare troppo l’accelleratore che non c’è fretta. Ahhh che ben ciò!
Una settimana che inizia così è per definizione una bella settimana! Bella e buona visto che la Mara ai fornelli è una bomba e i suoi canederli al cavolo nero con cuore filante sono una cosa pazzesca, buo-ni-ssi-mi!!
Io ho contribuito solo con il dolce: una torta semplice ma che riscuote sempre tanto successo. La ricetta di questa torta me l’ha passata Silvia, una cara amica (per specificare che non ho inventato niente, solo piccole modifiche) ed è un dolce che assomiglia un po’ a Mara: è veloce, non delude mai e ha carattere, ehhh sì, le assomiglia proprio! Ve la passo…
Torta mandorle e amaretti
Ingredienti per uno stampo da 22 cm (va bene anche 24 cm, verrà leggermente più bassa)
120 gr farina
1 cucchiaino di lievito per dolci
80 gr mandorle tritate (io le uso con la buccia e non tostate e le trito un po’ grossolanamente, non a farina per intenderci)
90 gr amaretti tritati
130 gr zucchero
3 uova
120 gr burro
Come si fa…
Pre-riscaldate il forno. Sbattete a lungo uova e zucchero, aggiungete il burro fuso, gli amaretti, le mandorle e la farina a cui avete aggiunto il lievito. Ammalgamate bene, otterrete un composto abbastanza corposo, non liquido. Versatelo nella tortiera precedentemente imburrata, infornate e cuocete per 30 minuti a 180° ventilato (25 minuti se usate la tortiera da 24 cm). Fate comunque la prova con lo stecchino.
Cospargete di zucchero a velo.
Nota: se la servite come dessert ad una una cena e volete fare una cosa un po’ più fighetta io consiglio di aggiungere a lato un po’ di crema chantilly o una pallina di gelato alla panna..
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