Ve l’avevo detto che ci sarei tornata sul #freelancecamp.
Non resisto, mannaggia a me.
Che c’era davvero tanta gente in gamba e contenuti di alto livello.
Oserei dire più degli altri anni, non fosse altro che è durato 3 giorni 3, tra freelancecamp e romagnacamp.
La formula è sempre la stessa: i relatori siamo noi, liberi (e non) professionisti.
Proponiamo speech su argomenti legati al nostro lavoro ma che pensiamo possano essere utili anche a chi di mestiere fa altro.
Questa è stata un’edizione che ho amato tanto (lo so che lo dico ogni volta, ma è vero!).
Dopo un anno di pausa ho ripreso in mano il microfono, con un’emozione a cui non sono abituata: lingua effetto moquette e voce che tradiva il panico da pubblico, cosa che non mi capita così spesso.
Effetto #freelancecamp.
Ma veniamo al punto: l’argomento del mio intervento.
Ho parlato di come si scrive un CV, un curriculum vitale, il civvì… insomma, quel file parcheggiato sul descktop del nostro pc, a cui dedichiamo pochissimo tempo salvo poi spammarlo come non ci fosse un domani, che nominiamo nei modi più assurdi, che spediamo in formato word e che ci domandiamo “ma perchè non mi rispondono, almeno per educazione, per avvisarmi che è stato ricevuto!?” quando invece dovremmo chiederci “sarà efficace e chiaro per chi lo riceverà? Sono stato capace di centrare il bersaglio?”.
Perchè scusate tanto, ma non crederete mica che il fatto che qualcuno vi risponda, significhi davvero che il CV è stato letto e valutato, vero?
No, la questione è un’altra.
La questione è che spesso e volentieri i curricula (al plurale, signori, si dice curricula) sono una delle più improbabili letture che una persona possa trovarsi davanti.
E a volte non sai se piangere o ridere (io rido… quasi sempre).
Ora, non dico che sia facile, questo no.
Però affermo, convinta, che se gli dedichiamo un po’ più di attenzione e seguiamo qualche piccola regola, il risultato cambia.
Eccome se cambia.
Non voglio qui ripercorrere passo passo il mio intervento, trovate le slide qui e la registrazione video qui (e non ridete, che ero agitatissima).
Riprendo solo il concetto essenziale:
METTETEVI DALLA PARTE DI CHI LEGGE! (e aggiungo: abbiate pietà di me)
Il CV è sì un veicolo che comunica chi siete, cosa sapete fare, cosa volete diventare ecc… ma prima di tutto è l’opportunità che avete per convincere un cliente con un problema (chi vi assume è un vostro cliente, sappiatelo), che voi siete la soluzione che sta cercando, e per questo, vi deve incontrare.
Mi spiego meglio.
Nel mio lavoro di recruiter, quando leggo i curricula per selezionare, sparo a caso… un progettista meccanico (proprio a caso ehhh…) e scelgo di incontrare Tizio piuttosto che Caio, è perchè intuisco (e spero) e che Tizio possa essere la soluzione giusta per il mio cliente.
Non lo convoco certo perchè ha l’aspirazione di diventare progettista o perchè si definisce il miglior progettista sulla piazza.
A colloquio poi valuterò sia il professionista che la persona, per capire se è quella giusta, anche in termini di approccio e stile.
Che attraverso CV passino anche contenuti legati al tipo di individualità che si nasconde dietro l’uso del CAD, è senza dubbio importante.
Ciononostante, io nel documento voglio trovare solo informazioni utili e focalizzate a ciò che sto cercando.
Un esempio:
Essere genitori può essere un’informazione che ha una sua rilevanza.
Specificare nome e data di nascita dei figli no!
Chiaro il concetto?
Quindi, visto che è caldo e che nessuno (a parte la sottoscritta) ha voglia di accendere il forno, oggi la ricetta è quella per un curriculum efficace.
- Eliminate le informazioni che non portano valore aggiunto.
- Sintetizzate, tagliate e concentratevi su ciò che vi farà percepire come “la soluzione”.
- Organizzate bene le informazioni, in modo coerente e chiaro per chi legge: non serve essere dei maghi della grafica, basta solo un po’ di sana impaginazione.
- Personalizzate ogni volta il documento a seconda dell’opportunità/interlocutore a cui vi rivolgete… lo so, è una rottura, ma stiamo parlando del vostro futuro professionale, varrà pure un po’ di sforzo spero!
- Non superate mai le due pagine.
- Preferite il modello Europass al vecchio (e orribile) Formato Europeo.
- Inserite una brevissima presentazione tra i dati anagrafici e la descrizione dei lavori svolti.
- Le diverse esperienze professionali vanno inserite partendo dall’ultima (o da quella in corso), andando poi a ritroso (ma se nell’ultima esperienza avete fatto il bagnino in piscina e vi candidate per come progettista meccanico, non mettetela in primo piano (
cazzo!accipicchia), scrivetela da un’altra parte, dentro la sezione “lavori che ho fatto per barcamenarmi perchè non sono uno che sta con le mani in mano”, chiaro????) - Fate nome e cognome delle aziende in cui avete lavorato e magari aggiungete il link al sito, questa piccola gentilezza vi garantirà l’eterna gratitudine del selezionatore.
- Spiegate la vostra posizione in azienda, quello di cui vi siete occupati, sinteticamente ma con chiarezza: ci sono funzioni che non necessitano di estese argomentazioni e altri ruoli che chiedono di essere esposti con maggior dovizia di particolari, descrivendo le attività in cui si esprimono (qui serve buon senso).
- Aggiungete, se riuscite, i risultati direttamente connessi al vostro intervento: fate cioè percepire che valore potreste portare.
- La formazione e le capacità tecniche e linguistiche vanno inserite dopo le esperienze professionali.
- La foto merita un post a parte, se siete in dubbio: non mettetela.
- Inviate sempre il file in formato pdf e nominatelo con “CV nome cognome”, potete aggiungere l’anno se volete ma non scrivete “CV 2015” senza il vostro nome, mi raccomando, che poi mi tocca rinominarli tutti.
- Rileggetelo, rileggetelo, rileggetelo.
- Fatelo rileggere a qualcun altro.
- Rileggetelo di nuovo: gli errori di grammatica non sono perdonabili e nemmeno dimenticare di inserire dati essenziali tipo dove si vive, l’indirizzo mail o il numero di cellulare (vi dico solo che mi è capitato un CV senza nome e cognome, quindi controllate bene).
Questa è la ricetta base, è la torta margherita dei CV, la pasta in bianco ma cotta al dente, il petto di pollo cucinato come si deve… insomma, il minimo indispensabile per avere un CV efficace.
Se vi interessa anche la versione cheesecake, i paccheri di Gragnano con scorfano, pomodoro e basilico, la tartare di scottona con olio alle nocciole, sarò ben felice di fare degli approfondimenti in futuri post.
Che l’argomento mi è caro, e soprattutto mi fa sudare ogni giorno.
Potremo parlare del resumé, il CV del futuro spero.
Di linkedin, dei CV dei neolaureati e di altre belle cose…
Intanto eccovi altri interessanti speech del freelancecamp, tutta roba che secondo me va vista a prescindere che lavoriate in proprio o meno.
Questo di Marco Brambilla parla di errori e di menzogne, e sarebbe un grosso sbaglio non ascoltare cosa dice questo grand’uomo. Che peraltro oltre che bravo è pure schifosamente simpatico.
Francesca Marano per me è stata una rivelazione. Stimo questa donna e mi chiedo come ho fatto a vivere il web prima di conoscerla, che mi fa scompisciare appena apre bocca pur dicendo cose importantissime: se volete consigli sul business plan ascoltatela qui (e guardate che un business plan oggigiorno è utile per fare un sacco di cose).
Se invece volete uno speech con la sorpresa dentro, come quelle delle patatine (di una volta), non perdetevi il mitico Nic Bonora, dategli fiducia e datela anche a me, cliccate qui.
Annamaria Anelli è semplicemente un mito delle parole, per me un punto di riferimento. Se vi piace scrivere e volete farlo meglio ascoltate lei.watch full film Life 2017 online
Giovanni Lucarelli sdogana finalmente l’uso della birra sul lavoro, gli ho fatto la ola. Se non mi credete ascoltate il suo speech sulla creatività, eccolo.
Se invece volete innamorarvi guardate Biljana, ve lo dico perchè Fra dopo averla ascoltata ha decretato che la ama… e Fra, in fatto di donne, ha decisamente buon gusto. ? È che Biljana la amo anch’io, è una persona rara e speciale, il suo intervento (preparato la notte prima) è denso e intenso come pochi.
E chiudo col lavoro che hanno presentato quei geniali e folli ragazzi di Froogmarketing: il loro Freelance-manifesto ha sintetizzato in modo stupendo e molto efficace le ragioni e i valori di chi ha scelto, e ogni giorno sceglie, di essere freelance.
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