C’è chi, quando va in vacanza, mette in valigia solo la voglia di cambiare prospettiva e dimentica volutamente a casa ogni altro pensiero che non entri in un bikini.
C’è chi, quando va in vacanza, continua a controllare la mail di lavoro perché non si sa mai, perché “il lavoro sono io”, anche quando ai piedi ci sono gli scarponi.
C’è chi, quando va in vacanza, carica la mtb e le mutande rinforzate, si dimentica delle mail e delle rogne che l’aspetteranno al rientro e pedalando lascia andare la mente… e siccome il lavoro sono io, la mente inizia a ragionare, i neuroni si incontrano un po’ alla cazzo (è vacanza anche per loro), e partono le visioni, le ipotesi, le fantasie.
Io sono quella delle mutande rinforzate e dei neuroni cazzoni se non si era capito.
Non sto a dirvi quanto mi sia divertita in questi 10 giorni a zonzo, quanto mi sia riposata anche (il campeggio è lusso sfrenato a questo proposito), quanto mi sia innamorata dell’Austria e quanta birra abbia bevuto (tanta comunque!).
Però una cosa ve la dico: ho pensato un sacco.
Perché poi settembre è il capodanno professionale, no?!
E io, anche se faccio l’alternativa, non mi sottraggo all’appuntamento annuale col desiderio del diario nuovo, dell’astuccio con tutte le matite colorate della stessa lunghezza (e con la punta), con la gomma al suo posto, sotto quell’elastico che tanto lo so che resterà presto vuoto, ma intanto lì c’è la gomma, quella bianca, quella bella.
Ecco, io sono tornata dalle vacanze un po’ così.
Con l’intenzione di non perdere la gomma e di fare sempre la punta alle matite.
E pure con l’idea che “quest’anno studio duro!”.
Ma niente astuccio per me, e manco il diario (che comunque continuerei a prendere Comix, ca va sans dire).
Qui si lavora con le mappe mentali (strumento utilissimo per far chiarezza nel caos) e con una bozza di business plan (con le istruzioni della Francesca Marano), qui si ripassa la dispensa del corso di media social marketing di Enrica Crivello e si scarica il libro Scrivere Ganzo dei Zandegù.
Questi, oltre al confronto con persone che stimo e di cui ho la massima considerazione, sono i primi strumenti che mi stanno aiutando a ragionare con lucidità, quella lucidità che mi trattiene dal chiamare la mia donna del web e dirle “senti qua, avrei un sito da mettere in piedi e due blog da sistemare, famolo!”
Che riflettere e pianificare non sono proprio il mio forte, mi viene meglio pensare e agire (con uno spazio di max 2 secondi tra le due cose).
Forse sto crescendo.
O forse mi son solo stufata che qualcuno su Facebook ancora mi chieda “ma tu, di lavoro, precisamente, cosa fai?”
Comunque, visto che la pura speculazione teorica non fa per me e visto pure che l’entusiasmo è un ottimo carburante ma se non c’è un serbatoio e un motore serve a poco, io mi sono anche iscritta a un paio di corsi davvero ganzi.
Perchè le intenzioni senza azioni restano nuvole e in tutto questo ragionare ho bisogno di sentire che sto muovendo dei passi, che c’è ciccia sul fuoco insomma.
Ho scelto tra le offerte (davvero spaziali) di DigitalUpdate e Zandegù: tornerò a scuola, per imparare di nuovo a scrivere e a parlare.
E poi vedremo.
Il mio anno lavorativo si apre sull’onda della coerenza e della semplicità (in termini di stile e direzione),
si nutrirà quanto più potrò di formazione e letture (pizza e patatine anche),
viaggerà sempre di più attraverso la scrittura (ci provo),
e dove approderà con sicurezza non lo so (nonostante il business plan),
ma conto di trovare del buon vento in mare.
Poi ribadisco che io di lavoro faccio la recruiter e la consulente Insights Discovery: cerco persone per le aziende e aiuto le persone a fare chiarezza sul proprio percorso lavorativo.
Mi piace, da matti.
E se tutto va bene, questa è l’ultima volta che mi sentirete parlare di lavoro su Ratatouille, però continuerete a trovarci tante altre folli elucubrazioni e le “mie” ricette… tipo questa che sta per arrivare.
Che, è da non crederci, c’è chi mi ha detto che sente la mancanza delle mie proposte culinarie (e sì, probabilmente aveva bevuto, ma tant’è!).
Quindi, visto che la temperatura si è fatta decisamente accettabile e che l’aria profuma di autunno, io vi propongo di accendere il forno e infornare questo dolce che se non l’avete mai assaggiato non potete nemmeno immaginare quanto buono sia.
Sta farina di grano saraceno è davvero #tantaroba, le mandorle e la marmellata completano il tutto e bon, non ce n’è per nessuno, sembra di stare in rifugio e quasi hai voglia che faccia freddino, perché con un te caldo è la morte sua.
Torta al grano saraceno e marmellata di visciole
Ingredienti per tortiera da 24
150 gr farina di grano saraceno
80 gr farina bianca 0 o 00
120 gr burro ammorbidito (a pomata)
150 gr zucchero di canna
60 gr mandorle tritate
5 uova
100 gr panna liquida
1 bustina lievito per dolci
zucchero a velo
marmellata di frutti rossi (io ho usato visciole, potete usare anche mirtilli o frutti di bosco, consiglio qualcosa con una nota acidula)
Come si fa…
Ammalgamare il burro con lo zucchero, aggiungere i tuorli leggermente sbattuti, le mandorle e le farine setacciate insieme al lievito.
Infine unire la panna e gli albumi montati a neve con un pizzico di sale fino.
Cuocere 40-45 min a 180°, meglio se ventilato (fare la prova dello stecchino).
Lasciar freddare, farcire con la marmellata e spolverizzare con zucchero a velo.
PS: Settembre ha portato anche due gatte e un barbecue in casa Ratatuille, ma le due cose non sono in alcun modo correlate, sia chiaro!
2 Comments
ma che bel post! 🙂 buon anno!
Grazie Michela 🙂
Buona ripresa (in ritardo) anche a te!!