Da dove comincio questo post? Dall’osservazione che la vita è una continua evoluzione!
Bella scoperta direte voi!
Sì lo so, niente di nuovo sotto il sole, però non so se anche a voi capita quello che succede a me, che ad un certo punto sento gli ingranaggi poco oliati (e non sto parlando delle mie articolazioni che tutto sommato tengono botta nonostante me): mi riferisco a quando, senza un motivo particolare e senza alcun evento scatenante, inizio ad avvertire nelle retrovie della mia coscienza un senso di insoddisfazione e frustrazione, come un sassolino nella scarpa, avete presente? Con l’alluce lo sposto, lo tengo da una parte in modo che non interferisca con il mio avanzare spedito ma lo so, dentro di me lo so, che prima o poi mi impedirà di camminare bene, di sentirmi a mio agio e adeguata, e allora non potrò più evitare di dargli attenzione, di fermarmi (io odio fermarmi), togliere la scarpa ed eliminare quel piccolo ma evidentemente non così piccolo fastidio.
Fino a qualche anno fa non riuscivo a riconoscere questa dinamica che puntualmente e ciclicamente si ripresenta, non interpretavo correttamente i segnali… semplicemente ad un certo punto diventavo insofferente verso tutto ma in realtà era un’insoddisfazione che riguardava me. Eppure sono sempre stati momenti importanti che mi hanno portato ad introdurre dei salutari cambiamenti nella mia vita, però non essendo così consapevole di come funzionavo, i cambiamenti sono stati più il frutto di una reazione che di una riflessione e conseguente decisione.
Oggi per fortuna ho (un po’) imparato, finalmente so ascoltarmi e capire quando gli ingranaggi hanno bisogno di essere oliati, come in questo periodo.
Sono di fronte a tanti progetti nuovi, in ambito lavorativo e non, ad attività che sto cercando di far partire e in cui credo davvero tanto, a nuove sfide, nuove avventure e nuove bellissime collaborazioni, eppure qualcosa non mi suona bene… e riguarda me, sono io che non sono accordata.
Mi succede quando “sto ferma” per troppo tempo, quando mi adagio nella cosidetta zona di confort e non raccolgo più davvero stimoli che mi fanno fare dei passi in avanti. In questi momenti iniziano a suonare gli allarmi, e la risposta non è correre più forte (come sarei tentata di fare) o procedere come se niente fosse (come ho tentato di fare)… la risposta è fermarsi e porsi qualche domanda (perdonate il gioco di parole).
Farle a se stessi, non agli altri, e sorprendentemente constatare che le risposte arrivano.
Interrogandomi sono riuscita a vedere e dare nome ad alcune paure e a alcune resistenze e adesso mi è (abbastanza) chiaro quello che posso fare per oliare gli ingranaggi.
Lo ammetto: ogni tanto vorrei che tutto fosse un po’ più semplice, più lineare e meno tumultuoso, ogni tanto vorrei nascondermi in un tram tram rassicurante, stabile, sicuro, tranquillo, mediamente gradevole… e pallosissimo, mortalmente noioso e tragicamente piatto. NO GRAZIE!
Alla fine preferisco ancora questo continuo dover stare sul filo, questo su e giù che mi manda in palla ma che mi permette anche di crescere e di imparare. E come dice ancora la bravissima Maricler: quando hai capito come puoi cambiare, cosa fare e che direzione prendere, vai, inizia, studia, iscriviti ai corsi, investi e concretizza… non far passare troppo tempo, non permettere ai dubbi di rallentare il tuo entusiasmo e la tua spinta.
Ben venga la frustrazione quindi, per me è il segnale che qualcosa deve cambiare e io ormai lo sapete, sono giallissima: A ME IL CAMBIAMENTO MI PIACE UNA CIFRA!
Esattamente 10 mesi fa nasceva Ettore, e questo è stato un grande cambiamento, entro la fine dell’anno prevedo, desidero e mi impegno ad avviarne e concretizzarne altri: il secondo semestre sarà dedicato quindi ad un po’ di sana e necessaria formazione, ad un nuovo progetto (di cui sentirete parlare presto perchè tratta di cibo) e a alla mia famiglia perchè non basta che un figlio nasca per farti cambiare davvero, devi anche accettare e accogliere che è diverso da prima e che può essere meglio di prima (Pozzan docet)!
Poi, per chiudere in dolcezza sta gran pippa mentale, va detto che nella vita servono anche alcune certezze a cui appoggiarsi… i dolci ad esempio! Cosa c’è di più rassicurante di un muffin? Ancora di più se è al cioccolato, ancora di più se con un frutto di stagione… ecco, oggi vi do la ricetta dei muffin al cioccolato e ciliege confit e ringrazio Elisa di Food Free Style per l’idea delle ciliege confit, i suoi cupcakes li trovate qui.
Questi invece sono i miei muffins, provateli e poi ditemi ?
Ingredienti per 15 muffins circafilm Raw
200 gr farina (00 o 0)
90 gr zucchero bianco
30 gr zucchero grezzo
2 uova
90 gr olio di semi di girasole
200 gr latte intero
10 gr lievito per dolci
30 gr di cacao amaro
30 gr di cioccolato fondente grattuggiato
1 cucchiaio di maraschino
250-300 gr di ciliege snocciolate (potete variare la quantità a seconda del vostro gusto)
1 cucchiaio di maraschino
Per la salsa al maraschino
300 gr acqua
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di maraschino
24 ciliege con il gambo
Come si fa…
Iniziamo con le ciliege (che potete fare anche il giorno prima): snocciolate le ciliegie (santa pazienza!), mettele sulla placca del forno coperta da apposita carta, spolverizzatele con un po’ di zucchero e fatele appassire in forno per un’ora e mezza a 110-130°.
Veniamo ai muffin, il procedimento è quello classico: prendete due ciotole, in una mettete tutti gli ingredienti liquidi quindi uova, latte, olio e maraschino, nell’altra tutti gli ingredienti secchi.
Ora versate i liquidi sui secchi (o viceversa) e mescolate velocemente con una frusta o una spatola senza lavorare troppo l’impasto. Aggiungete anche le ciliege confit. Distribuite il composto nei pirottini usa e getta o nella placca dei muffin (riempite fino a 3/4, in cottura cresceranno).
Cuocete a 180° per circa 20 minuti, ventilato e pre-riscaldato.
Se li servite come dessert vi consiglio di accompagnarli con lo sciroppo al maraschino: unite acqua, maraschino e zucchero, mettete anche le ciliege con il loro gambo e fate bollire lentamente per 15 minuti.
Impiattate il muffin, bagnatelo con lo sciroppo e accompagnatelo con un paio di ciliege cotte.
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